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Storie di Pallone : quando lo stadio di Avellino si trasformò in un cimitero

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Il 22 Aprile 1992 dopo una pesante sconfitta subita contro il Taranto che determinò l'ultima posizione in classifica e poco prima di iniziare gli allenamenti, Ciccio Graziani all'epoca allenatore dell'Avellino ed i suoi calciatori assistettero ad una scena che a dir poco li fece rabbrividire: nel campo di gioco dello Stadio Partenio ( oggi Partenio - Lombardi ) erano piantate 16 croci di legno con il nome di un calciatore inciso su ognuna di esse, compresa quella per l'allenatore, e con la data 14 Giugno 1992 cioè quella coincidente con la fine del campionato di Serie B.

Non si è mai capito chi fossero gli autori ma è facile pensare che fu opera dei tifosi che già nei giorni immediatamente precedenti si resero protagonisti di qualche episodio aggressivo ( furono danneggiate le auto dei calciatori) dovuti dallo sconforto di una stagione disastrosa che culminò con una dura retrocessione che di fatto (e con il senno di poi) mise la parola fine alla favola calcistica dell'Avellino calcio che dal 1978 al 1988 aveva partecipato a 10 campionati di Serie A diventando la realtà di provincia più amata dall'Italia del pallone. 

Un episodio alquanto macabro e sinistro che nonostante l'assenza di internet e dei social network fece il giro d'Italia e che probabilmente scosse in particolar modo Ciccio Graziani tanto da indurlo a risolvere il contratto a fine stagione e decidere di prendersi una pausa lunga quasi 10 anni prima di riprendere ad allenare.

   

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